FATIDICA FATA DI MONTAGNA

 

Yak sul Monte Rite - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Yak sul Monte Rite – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Silvia M.

 

Anni dopo, ancora oggi,
se ti penso, io mi libro
(inaspettatamente!)
sopra le alte vette
dei nostri cari monti,
là, dove ti sognavo,
tra i sonnecchianti yak
e i miei garruli, giocosi
gracchi, matti; dove fischi
di marmotte avvisavano
di passaggi d’aquile
e il corvo imperiale,
vedovo, vagava senza
una meta apparente
tra nubi meringate…

E ancora oggi Tu
sai sempre far volare,
sognare a perdifiato!

 

Gracchi alpini (Pyrrhocorax graculus) sul Monte Rite - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Gracchi alpini (Pyrrhocorax graculus) sul Monte Rite – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 
 
 

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LE DONNE DELLE ISOLE

 

Racconti di maretta - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Racconti di maretta … – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Mariateresa e Marlene

 

Le donne delle isole
hanno un fascino speciale:
profumano di scogli
e di agrumeti, di sabbia
e fichi d’India, di sere
di maretta e donate
dolci lacrime di sale.

Hanno un cuore grande,
che il mondo intero ama,
ma è grande anche la rabbia
loro, per ciò che il Mondo
– indifferentemente – nega,
ma poi ci ripensa e regala.

Le donne delle isole sono
anche maghe ammaliatrici,
subdole trappole per sciocchi
illusi, Ulisse inconsapevoli.
Profumano di monte e di
mirto; e possiedono occhi
e voci più rischiosi di
cento sirene, perché loro
altre non sono che le
nostre Donne delle Isole!

 

 

Elusiva sirena - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Forse elusiva sirena – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

AUDIO * FILE * AUDIO PoetaMatusèl legge
LE DONNE DELLE ISOLE

 
 
 

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SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

A Marlene

 

Le foglie del giovane pioppo,
che tremano al vento,
sussurrano dolci parole
che tu non puoi dirmi.
Perché in una sera così,
in riva al mio fiume,
potrei perfino lasciarmi
andare a sognare – di te.
E anche tu potresti incantarti
a sentire la musica
di strumenti che io suono male
ma tu prediligi!
Intanto tu parli di gambe
assai lunghe e di piccoli
piedi, che però fanno passi
assai lunghi lo stesso e
neghi perfino – che assurdo! –
di essere bella. Sono
solo normale, mi dici,
ma io, che sono un esteta,
insisto e ti invito
ad essere tu che accompagni
i miei sogni, di solito insipidi,
insieme ad ispanici
putti: angioletti dei modi
di dire, qui però magici.
A costo di compromettermi,
o dire apparenti ‘eresie’,
ti confesso con una canzone
che sei importante, Tu,
in tutto questo caotico insieme,
improbabile puzzle
o patchwork che
a stento noi ancora
chiamiamo Vita.

 

 

 

PoetaMatusèl legge
SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

* LINK *La musica è ‘Sons de Carrilhões’ di João Pernambuco *LINK*

 

 

 
 
 
 

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SOGNO DI UN LUNEDÌ DI PASQUA

 

Mare appena intravvisto – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A   Gi

 

Un ‘passaggio’ di sorta c’è stato, perché
ritorno dal mare, ma appena intravvisto,
lasciando amici che forse o no rivedrò.
E piove, secondo programma, su strade
a quest’ora incerta quasi del tutto deserte.

E penso a come sarebbe stupendo poterti
trovare – tiepida – nel mio letto, al ritorno
mio trepido, contando persino i minuti
che ci separano, divorando chilometri
come fossero un’aria attesa da sempre.

Non oserei nemmeno destarti, lo sai,
ma resterei per ore ammaliato sul letto
a guardare i tuoi occhi, che vedo anche
chiusi, gli occhi che m’hanno stregato;
a pensare che Tu, essere etereo e di ben
altri mondi, sia caduta per caso quaggiù
ed ora stia riposando, per riprendere presto
le tue giovani membra e l’inevitabile volo!

 

 

Jean-François Raffaëlli – La Belle Endormie

 

PoetaMatusèl legge
SOGNO DI UN LUNEDÌ DI PASQUA

 
 
 
 
 

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καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν … *

 

 

“Cerco un centro di gravità permanente,
che non mi faccia mai cambiare
idea sulle cose, sulla gente …”
Franco Battiato

 

In fondo all’infinita campagna,
monti esagerati ancora ammiccano,
nella sera ormai tutta color prugna;
ma non intendo cedere a quelle
maghe circi di un’atroce infanzia,
come non cedetti già al richiamo
delle dannate sirene meretrici…

Invece, sto tranquillo qui così,
fra i troppi monti e il mare, in un
sicuro punto equidistante – anche
fra questo cielo e questa terra –
noncurante delle rauche nenie di
tremuli, pavidi, inutili pavoni.

 

 

(* et ne nos indúcas in tentatiónem = e non ci indurre in tentazione)

 

AUDIO * FILE * AUDIO PoetaMatusèl legge:
καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν

 

* YouTube * Ascolta Franco Battiato in
“Centro di gravità permanente”

 

 

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