STESSA PROCEDURA (DELL’ ANNO SCORSO)

 

Ritornerà ancora l'estate - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Ritornerà ancora l’estate – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

Ad Alba e Maria

 

E ritornerà ancora l’estate
e con lei certo torneranno
anche quest’anno las oscuras
golondrinas
– le rondini che
Gustavo Adolfo cantava; e
allora sarà tutto come sempre:
il tenero verde dell’acacia
accarezzerà ma senza spine
pochi altri, nuovi sognatori;
molli betulle con dita scarne
ambiranno a sconfinati soffitti,
sfondi scenici azzurrissimi
però anche irraggiungibili;
il falco dal suo ramo spierà
attento i movimenti segreti
di miti, incoscienti talpe,
come noi convinte di stare
al sicuro per vie sotterranee.
Magari ricompariranno pure
seducenti sirene con ukulele,
ad incantarci nella lingua di quel
Gustavo o con occhi magnetici –
amabilissime ammaliatrici andaluse …
Ed urgerà allora ritrovare un proprio
posticino, una parte anche piccola,
magari soltanto da mera comparsa,
su questo grande, caoticissimo
palcoscenico – che però forse è la Vita!

 

 

Sirena andalusa, complice ukulele - Foto Alba

Sirena andalusa, complice ukulele – Foto Alba

 

 

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STESSA PROCEDURA (DELL’ANNO SCORSO)

 
 

La poesia di Gustavo Adolfo Bécquer …

 
 
 

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VERSO FINE NOVEMBRE, UNA SERA…

 

Guido e Sira, due nasi - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Guido e Sira, due nasi – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Silva

 

Il mio naso di vecchio cane
stasera mi dice che forse c’è
neve, non tanto lontano.
E mi sembra già di sentirla,
croccante, sotto i miei passi,
troppo stanchi per gioire
– come giusto sarebbe –
di un giorno di più vissuto
da vivo, sebbene con cento
trappole
. Ma, prima di cedere
(sì, cito quell’aria dell’opera),
ne farò ancora parecchie di
sciocchezze, non solo, anche
idiotici sogni impossibili, fatti
di nulla; perché la Vita è così,
se davvero vogliamo vivercela!
E non come la Morte, che “avrà
i tuoi occhi”
, ma un poco più
innocua e un tantino più calda,
magari, soffice, perfino leggera
più della terra in quel giorno…
Ecco, così venga pure la neve,
a patto però che non porti ricordi
di muschio, statuine, presepi; né
di folli discese da colli d’infanzia,
su nuovi slittini invidiati agli amici.
Mi porti, piuttosto, un piccolo
pezzo di te, nemmeno il migliore,
purché sia proprio di Te!

 

 

Così, venga pure la neve - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Così, venga pure la neve – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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VERSO FINE NOVEMBRE, UNA SERA …

 
 
 

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ANDARE PER BOSCHI… COL DIAVOLO!

 

 

A mia madre Corinna,
a Diaolin Giuliano Natali
e a tutte le Amiche
e tutti gli Amici
che ho lasciati

 

Nel bosco, i folletti nascondono bacche,
che mani sapienti però colgono e donano.
Quando è stata l’ultima volta che un amico
per voi ha raccolto nel bosco le fragoline?
E qui tutto mi parla di vite passate, lontane,
quando ancora correvo – ginocchia bucate –
tra i colli, ritagli di prato e lontano torrente.
Sì, tutto qui parla di come io sono cresciuto,
quasi figlio adottivo di una natura selvaggia,
che ancora mi porto dentro e ancora mi salva,
quando a volte ci provano a farmi scimmietta
ammaestrata, ma io, maledetti, sono figlio di
Tarzan (capite?): mia madre, ribelle per forza,
contro un mondo che già pretendeva totale
conformità ai suoi dannatissimi canoni, alle
bieche regole assurde, disumane, dettate da chi
nulla sapeva di cosa fosse la Vita vera, umana,
non divina, per modo di dire, cioè proprio di
questa terra e non di pianeti lontani, di favole
che normale bambino, se non già indottrinato,
non accetterebbe, se non come favole, appunto.
Ed ecco che io ci sono, ad ogni costo, perfino
della sua vita, di quella donna caparbia, tenace,
stupenda guerriera che mai volle cedere, mai!
In una specie di limbo, ora, non provo a capire:
mi sento come chi sa bene di entrare in sala
operatoria per un intervento salvavita, benché
il prezzo già chiaro, accertato, sia l’amputazione.
Eppure la Vita continua? The show must go on?
Ma chi lo decide? Nessun parlamento, né dèi
né deésse! Questa la decido io, se alle spalle
mi lascio il meglio di quanto sono io stesso!

 

 

 

 

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ANDARE PER BOSCHI… COL DIAVOLO!

 
 
 

  

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SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

A Marlene

 

Le foglie del giovane pioppo,
che tremano al vento,
sussurrano dolci parole
che tu non puoi dirmi.
Perché in una sera così,
in riva al mio fiume,
potrei perfino lasciarmi
andare a sognare – di te.
E anche tu potresti incantarti
a sentire la musica
di strumenti che io suono male
ma tu prediligi!
Intanto tu parli di gambe
assai lunghe e di piccoli
piedi, che però fanno passi
assai lunghi lo stesso e
neghi perfino – che assurdo! –
di essere bella. Sono
solo normale, mi dici,
ma io, che sono un esteta,
insisto e ti invito
ad essere tu che accompagni
i miei sogni, di solito insipidi,
insieme ad ispanici
putti: angioletti dei modi
di dire, qui però magici.
A costo di compromettermi,
o dire apparenti ‘eresie’,
ti confesso con una canzone
che sei importante, Tu,
in tutto questo caotico insieme,
improbabile puzzle
o patchwork che
a stento noi ancora
chiamiamo Vita.

 

 

 

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SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

* LINK *La musica è ‘Sons de Carrilhões’ di João Pernambuco *LINK*

 

 

 
 
 
 

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QUASI PASQUA, DI PIOGGIA

 

 

Aspettiamo la pioggia promessa di Pasqua,
temporeggiando su visite a pronti soccorsi
per improvvisa inattesa ipertensione
arteriosa, che si aggiunge ad una dozzina
di altre piccole e grandi magagne di vario
genere, che in realtà sarebbero proprio
da accogliere come strenne pasquali
che ci regala un cielo che poco promette
di buono, se non acqua non necessaria.
Accoglierle dunque come manna, davvero,
perché, in fondo in fondo, a pensarci bene,
a mente lucida, colazione ormai fatta,
persino gli acciacchi sono segni che
– in barba ai fattori contrari, alla sfiga
di sempre, karma in caduta, congiunzioni
di astri contrari, leggi di Murphy e quant’altro –
noi, (s)fortunati, gli eletti, ancora viviamo!

 

 

 

 

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QUASI PASQUA, DI PIOGGIA

 
 
 
 

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