HAIKU DI (QUASI) PRIMAVERA

 

 

 

Sprazzi di azzurro,

ora attende paziente il

ginkgo biloba.

 

 

 

 

Non basteranno

ringhiere ed inferriate

contro le masse!

 

 

 

 

Partendo, mi ha

solo sfiorato – dito

di divinità.

 

 

 

 

Divertiti tu,

mite animaletto –

prima del gatto!

 

 

 

 

Un palloncino,

prigioniero di nuovo:

pensiero vano.

 

 

 

 

Ultimi tenui

bagliori, crepuscolo –

assenti gli dei!

 

 

 

 

Silenzio vola

sul mio pensiero vacuo –

airone bianco.

 

 

 

 

Mi accorgo di non

essere di me stesso

ombra nemmeno.

 

 

 

 

Limiti? Sono

soltanto quelli che noi

stessi imponiamo!

 

 

 

 

Vorrei davvero

avere una faccia di

tenera pietra.

 

 

 

 

E poi spiccare

l’ultimo, lungo volo,

su ali amare.

 
 
 
 
 
 
 
 

COMMENT

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FIUMI INQUIETI DI ACQUE ORMAI QUASI INCOLORI (Ovvero: CREPUSCOLO SUL PIAVE)

 

 

Non si scende sul greto del fiume, stasera:
là dove ieri il passaggio era reso possibile
da un piccolo guado d’acqua meno profonda,
il Piave ha ripreso possesso di tutto il suo letto.
Una massa d’acque ormai quasi incolori,
in questo crepuscolo incerto di luglio,
incute se non soggezione (non ho paura
dell’acqua) almeno un dovuto rispetto.
Anche il cane, inquieto, annusa la riva,
forse memore ancora di bagni non graditi,
sopportati due, forse tre stagioni addietro.
Almeno lei, se alza la testa fiutando l’aria,
può sentire, con assai ragionevole anticipo,
l’odore di quel temporale, di cui tanto teme
il fragore del tuono, ignoto, se pure remoto.
Così siamo noi, spesso inquieti in attesa
di burrasche non note, uragani e tempeste
che spesso si abbattono tra capo e collo,
cogliendoci quasi sempre mal preparati.
Siamo inquieti, perché noi, diversi dal cane,
meno attrezzati, non abbiamo nemmeno
quel fiuto, che ci possa per tempo svegliare!

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
FIUMI INQUIETI DI ACQUE ORMAI QUASI INCOLORI

 

 

* YouTube * Clicca qui, per vedere “Crepuscolo sul Piave”!

 

 

 

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καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν … *

 

 

“Cerco un centro di gravità permanente,
che non mi faccia mai cambiare
idea sulle cose, sulla gente …”
Franco Battiato

 

In fondo all’infinita campagna,
monti esagerati ancora ammiccano,
nella sera ormai tutta color prugna;
ma non intendo cedere a quelle
maghe circi di un’atroce infanzia,
come non cedetti già al richiamo
delle dannate sirene meretrici…

Invece, sto tranquillo qui così,
fra i troppi monti e il mare, in un
sicuro punto equidistante – anche
fra questo cielo e questa terra –
noncurante delle rauche nenie di
tremuli, pavidi, inutili pavoni.

 

 

(* et ne nos indúcas in tentatiónem = e non ci indurre in tentazione)

 

AUDIO * FILE * AUDIO PoetaMatusèl legge:
καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν

 

* YouTube * Ascolta Franco Battiato in
“Centro di gravità permanente”

 

 

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