“dàime la man, putèla, compàgna ‘l mè sintér
gh’è i zirési ‘n pel pu pàlidi, i se strùssia armelinàri
e tut i fiori ‘ntorn i ‘ndòra ‘l bosch che sbògia …”
Diaolin Giuliano Natali
A Silva
Un sole pallidissimo, che appena si fa strada
tra i rami scuri e ancora spogli di tristi alberi,
non fa certo una primavera degna del nome.
Rallegrano però altri alberi, tutti ricoperti già
di fiori, e merli e passeri si danno un gran da fare,
ad azzuffarsi ferocemente per poche femmine.
Più discrete, cornacchie e gazze lo fanno, ma
lontano da occhi umani troppo invadenti.
Crochi e narcisi scoppiano ormai ovunque,
incuranti del folle traffico che tutto inquina;
persino forsizie, laggiù trovate già sfiorite,
ora sfoggiano qui le splendide livree gialle.
Ma la nostra primavera è ben altra cosa,
se ci ritroviamo a quel bivio, dove allora
ci lasciammo, nel bosco, per seguire strade
diverse, eppure di rado troppo divergenti.
E vorrei ora prenderti la mano, per mai più
lasciarla e fare in modo che ogni minuto,
che ancora ci sarà dato, non duri per meri,
miseri secondi, bensì una piccola, preziosa
Eternità!
PoetaMatusèl legge
PRIMAVERA DIVERSA… E PIÙ VERA!
Musica: Jules Massenet, Méditation, dall’opera ‘Thaïs’
Violino: Steven Cheng
Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!! :O)
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