FORSE PURAMENTE PER IPEROSMÌA

 

 

Vi sono giorni in cui ovunque intorno sento
odore di morte, come un tanfo di fiori marciti
nei cimiteri scordati, o l’odore di sogni falliti.

L’odore di chi si sposa e poi, tra non molto,
sgozza tranquillo la sposa, come fosse un
capro espiatorio di chissà quali terribili colpe.

L’odore di presunta libertà, diritti, democrazia,
sovranità – di un intero popolo anestetizzato –
mentre è sì l’acre odore del tutto, però putrefatto!

Rinite cronica: a volte il non possedere un olfatto
perfetto potrebbe aiutarci ad andare imperterriti
avanti, fingendo che tutto profumi soltanto di rose.

 

 

PoetaMatusèl legge
FORSE PURAMENTE PER IPEROSMÌA

 

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INUTILITÀ DELLA SPECIE

 

Foglie morte - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

Quante foglie abbiamo guardato – morenti –
cadere, pensando ai nuovi germogli di primavera,
la prossima? E quanti di quelli che foglie non erano
sono caduti nei fossi degli anni, per strade deserte?
Almeno le foglie, cadute, pestate, marcite in un bosco,
creano humus prezioso; ma un uomo, quando cade,
quando muore – un uomo – a cosa può ancora servire?

 

Tronco marcito nell'oasi Codibugnolo - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

Copyright © 2013 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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COME NELLE STORIE DI ANTOINE

 

Sabrina Li - 002

A Sabrina Li

 

Ma chi sei tu, ragazza, se basta un tuo sorriso
– virtuale, per giunta! – per mutare l’umore
di questo strano giorno d’autunno, senza luce.
Eppure non sei scesa da nuvola mitologica,
né da temporalesca e montaliana nube,
ma questo so di certo: che oggi il ritrovarti,
anzi l’anticipare questo virtuale incontro,
è gioia inaspettata, che non rispetta canoni
né riti, ma fa pensare solo a volpi e prìncipi.

 

Sabrina Li - 001

 

  PoetaMatusèl legge COME NELLE STORIE DI ANTOINE

 

Leggi il capitolo de “Il Piccolo Principe”
a cui la poesia fa riferimento.

 

Qui trovi la poesia di
Eugenio Montale.

 

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VERA IMMERITATA MERAVIGLIA

 

Tra i cespugli grigi della strada,
ce n’è uno colorato, tutto giallo,
rosso, poco verde, ed arancione,
che nella luce fioca del tramonto
– quasi fosse un albero a Natale –
sembra come fosse illuminato,
però addobbato da mani di fate
e decorato, ma solo al naturale.
Poi scompare nel retrovisore,
eppure io lo ho identificato
questo nuovo dono che regali,
tuo nuovo prodigio d’autunno!

 


 

   

Legge PoetaMatusel:  VERA IMMERITATA MERAVIGLIA

 

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COME I PASTORI DI GABRIELE

 

 

“… Je viendrai, ma douce captive,
Mon âme sœur, ma source vive,
Je viendrai boire tes vingt ans …”    *

 

È un autunno strano, questo,
in cui le foglie tardano e non
ancora si arrendono a morire.
Ora anch’io, come le foglie,
rifiuto ormai di arrendermi
e do invece un nuovo morso
di gusto a questa mela che
è la Vita, che il destino ci
regala – immeritevoli – a
noi che non sappiamo mai
morderla a tutto torsolo!
E potrei anche essere io
quello straniero avido,
che vorrebbe ancora bere
quei tuoi vent’anni sapidi,
come hanno fatto altrove
pastori ai fonti alpestri,
nei versi d’altri e ben più
illustri poeti laureati

 

 

*  “… io verrò, mia dolce prigioniera,
mia anima sorella, mia sorgente viva,
io verrò a bere i tuoi vent’anni …”

(‘Le Métèque’ – G. Moustaki, D. Boyer
Rifatta in italiano come ‘Lo straniero’)

 
 

PoetaMatusèl legge   COME I PASTORI DI GABRIELE

 
 

Qui puoi vedere la genesi di questa poesia …

 
 

Georges Moustaki canta “Le Métèque”

 

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