SENZA LA MAIONESE

 

 

A Silva

 

Tu, che ancora riempi i miei respiri,
mentre i rondoni mi ricuciono l’aria,
e intingi i miei pensieri troppo teneri
quasi fossero savoiardi dentro tè caldo,
Tu non hai forse ancora davvero capito
il grave danno sostenuto da quest’anima
(mentre il corpo era da tempo rassegnato).

E non si tratta del proverbiale vuoto
che dovresti aver creato nei miei spazi,
no, la Vita è ancora piena di cose belle:
di luoghi ameni, balli, musica e poesia,
fiori, prati, foreste, fiumi e freschi laghi,
alberi e cani, cornacchie e corvi e merli,
poi – dulcis in fundo e proprio sopra tutto –
magici momenti con gli amici, pur lontani.

Ma senza di Te quest’esistenza è proprio
un’insalata russa senza l’imprescindibile
salsa, regina delle salse, mitica maionese!

 

 

 

 

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SENZA LA MAIONESE

 
 
 

  

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!!   :O)

 

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SERA DI TEMPORALE A SPANDAU

 

 

Al mio grande Amico Giuliano,
“survivor” della mia stessa specie

 

I miei corvi sono agitati questa sera,
forse sentono la tempesta imminente.
La sento anch’io, però magari quella
che premonisco è ben altra: tempesta
che dura da una vita intera, non sembra
debba mai cessare, né dare nemmeno
la più breve delle tregue concedibili.

Però io sono come questi miei corvi,
che impavidi sfidano tutti i temporali
e sembrano perfino prendersi gioco
di quegli dei dimenticati che vorrebbero
provare a spaventarli, vanesie divinità.

Come si illudono con me che, rondone
io, anzi di più: perché, quando atterrato,
riprendo tosto ogni volta ancora il volo!

 

 

 

 

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MATTINO DI GIUGNO, QUALUNQUE *** ANY GIVEN MORNING IN JUNE

 

 

MATTINO DI GIUGNO, QUALUNQUE

Chiome di bionde ragazze nel tiepido sole,
mentre torri petulanti insistono con orologi
a scandire un tempo che non esiste, in realtà,
se non nelle teste a ingranaggi di automi che,
programmati alla Chaplin, felici viaggiano
in casse da morto di latta d’acciaio, su ruote.

Andando anche oggi a creare più ricchezza
per grassi nababbi non natalizi, straricchi
da far scoppiare d’invidia un Paperon de’
Paperoni, ma molto più comici loro, senza
nemmeno potersene accorgere – anch’essi
dei meri automi, solo macchine per fare soldi.
Mentre invece milioni-miliardi fanno la fame.

Eppure, in mezzo alle insipide salme-sardine,
ancora resistono/esistono, improbabili, angeli!

 
 

ANY GIVEN MORNING IN JUNE

Fair maidens’ manes in the lukewarm sun,
towers insistently nagging with clocks,
ticking away a time actually inexistent,
except in clockwork heads of robots, that,
programmed Chaplin-fashion, happily travel
in steel cans intended as coffins on wheels.

Like all other days, to create yet more wealth
for fat unchristmassy Santas, so rich as to make
old Scrooge McDuck simply die of sheer envy.
Only more comical they, not even capable
of seeing this, themselves mere robots, or
money-making machines, while millions or
billions quietly hunger, forgotten, to death.

Yet, in the midst of those corpses decaying,
improbable angels still exist – or only resist!

 
 

 

 

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MATTINO DI GIUGNO, QUALUNQUE

 

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PER SALVARCI, BASTEREBBE …

 

 

A Silva

 

Camminavamo quasi all’unisono noi due,
per strade poco percorse da troppi altri,
pur non tenendoci nemmeno per la mano,
che tanto non serviva, perché quella bestia
pelosa stava sempre lei fra noi e ci legava.
Poi, mentre raccoglievi lungo siepi di viole
le tue erbe selvatiche, io invece fotografavo.
Sembrava che nulla potesse mai separarci,
ma, non so dove, ci siamo forse addentrati
in un fitto bosco, con troppi bivi ed incroci;
e là, senza nemmeno potercene accorgere,
abbiamo preso due direzioni assai diverse.
Forse ora dovremmo provare a ripercorrere
quel sentiero, per ritrovare il bivio fatidico,
però è questo un percorso da rifare in due
e invece oggi mi ritrovo a vagare da solo
per un bosco che purtroppo non riconosco.
Eppure un merlo, canzonatorio, mi rallegra!

 

 

 

 

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PER SALVARCI, BASTEREBBE …

 
 
 
 

  

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IL CIELO NON È PIÙ CON NOI …

 

 

A  Silva

 

“Il nostro amore era l’invidia di chi è solo,
era il mio orgoglio, la tua allegria …”

Sergio Endrigo, ‘Canzone per te’

 

Noi due camminavamo insieme per montagne,
complici da subito e complice anche un cane;
e con te monti ancora ne avrei scalati molti.
Perché era tra i miei monti che iniziava tutto:
con simpatia, uno sfogo, inattese confidenze.
Un invito a cena tra le nuvole e i miei gracchi,
che giocosi volteggiavano, quasi a festeggiare.
E poi mari troppo caldi per poterci rinfrescare,
o note foreste tanto nere da perdercisi dentro;
oppure, a sorpresa, una polenta coi tuoi totani
squisiti, per tentarmi, passato un temporale;
o uova con asparagi, bruscandoi o s-ciopetìn.
E Sira sempre in mezzo – come ’l xioba! – era
lei il nostro angelo custode, poi mancato troppo.
E intanto, subdola, la Vita ci macchinava sotto
per dividerci, con cento trabocchetti inevitabili.
Forse furono, in qualche olimpo, gelose divinità?
Ora, sul vasto mare, va una nave senza nocchiero
e un nocchiero è marinero en tierra – senza nave.
Poi, quale dei due sia quale, lascio a Te la scelta!

 

 

 

 

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IL CIELO NON È PIÙ CON NOI …

 
 

NOTA: Quel “marinero en tierra”
l’ho rubato a Rafael Alberti!

 
 
 

  

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