RITORNA PRESTO A CANTARE!

 

 

A   M.

 

Mi rattrista saperti come sappiamo che sei,
tu, Principessa inattesa di grazia e bellezza,
dolce, deliziosa amica di ore piccole e grandi
segreti, che volentieri condividiamo nell’etere.

Oggi, penso alle tue mani ferite e a tristi, deluse
chitarre in attesa che tu possa presto ridare loro
musica e vita, accompagnate da angelica voce
che regala all’anima grandi emozioni del fado.

Vorrei poter essere io quel paladino che venga
a difenderti da tutto ciò che ti assilla e rattrista,
da malefici professionisti cialtroni e ingegneri
indegni di qualsiasi titolo, se non d’imbroglioni.

Però io potrei, ormai, tutt’al più battermi contro
fantomatici mulini a vento, come un vecchio e
moderno Chisciotte che ancora, purtroppo, s’illude
che questo mondo in meglio si possa cambiare!

 

 

 

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RITORNA PRESTO A CANTARE!

 
 
 
 
 

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THOU ART THE REASON WHEREFORE

 

Will 01

 

For the sweetest of all Muses

 

Thou art my morning lark that waketh
My sleepy thoughts with sweetest song;
The morning dew that gently maketh
This weary old heart still beat so long;
Thou art air and the warm sun that giveth
Light and Life, Hope and Love so strong!

 

 

Will 02

 

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THOU ART THE REASON WHEREFORE

 

 

 

 
 
 
 

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DALLE NUBI, NON SOLO TEMPESTE

 

 

A   Gi

 

Imperversano ancora tremende tempeste,
non vedo tregua tra scure, profetiche nubi.
Oggi perfino lo storno sul tetto non fiata,
mi guarda soltanto, forse è lui che sa tutto.
Io di sicuro ben poco, magari atte formule
montaliane, da cui partire, sapendo almeno
che cosa non siamo, o cosa non vogliamo.

 

Mi sento parecchio come un certo signore
francese, su atolli remoti a morire d’inedia,
occhi bassi e le braccia conserte a pensare
alla gloria perduta, alle vite fulgenti passate.

 

Ma poi da medesime, tempestosissime nubi,
scendi anche Tu, solo quanto basta: quella
tua mano pietosa, insieme ai bellissimi occhi,
per elevarmi a ben altre sfere, dove nulla di
questo dannato sfacelo – marasma infernale –
può toccarmi, né ora né mai, perché scopro
che nuove, fatidiche Donne Angelo esistono!

 

 

 

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DALLE NUBI, NON SOLO TEMPESTE

 

 

 

 
 
 
 

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SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

A Marlene

 

Le foglie del giovane pioppo,
che tremano al vento,
sussurrano dolci parole
che tu non puoi dirmi.
Perché in una sera così,
in riva al mio fiume,
potrei perfino lasciarmi
andare a sognare – di te.
E anche tu potresti incantarti
a sentire la musica
di strumenti che io suono male
ma tu prediligi!
Intanto tu parli di gambe
assai lunghe e di piccoli
piedi, che però fanno passi
assai lunghi lo stesso e
neghi perfino – che assurdo! –
di essere bella. Sono
solo normale, mi dici,
ma io, che sono un esteta,
insisto e ti invito
ad essere tu che accompagni
i miei sogni, di solito insipidi,
insieme ad ispanici
putti: angioletti dei modi
di dire, qui però magici.
A costo di compromettermi,
o dire apparenti ‘eresie’,
ti confesso con una canzone
che sei importante, Tu,
in tutto questo caotico insieme,
improbabile puzzle
o patchwork che
a stento noi ancora
chiamiamo Vita.

 

 

 

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SE UNA TIEPIDA SERA DI PRIMAVERA …

 

 

* LINK *La musica è ‘Sons de Carrilhões’ di João Pernambuco *LINK*

 

 

 
 
 
 

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CERCARE, A VOLTE, GIOVA

 

 

A   Gi

 

Mi perdo nel verde suburbano,
dove incontro inattesi percorsi
di alacri formiche, ammirevoli.
E vengo a cercarti per prati e
nel tiepido bosco, ma invano:
oggi, purtroppo, tu non vuoi
esserci, penso, e io che perfino
ho giurato che so pazientare…
Sorride il ranuncolo in giallo,
dando il cambio al tarassaco,
che ormai danza nel grigio tutù.
Rassegnato, poi cerco rifugio
in un baretto da nulla, dimesso,
che gestisce ragazza cinese; lei
sembra una bimba, ma dice di
avere una bimba lei stessa, già di
tre anni compiuti, la sua piccola.
E quei vecchi che giocano a carte
mi riportano indietro alla storica
osteria gestita dai santoli – cari! –
in tempi remoti e pretelevisivi.
Poi, d’improvviso, mentre ancora,
lento, sorseggio il mio cappuccino,
davvero non troppo cinese, allora
(complice forse lo zucchero, o
forse magia della chimica?) Tu,
repentina, ecco, riappari: ci sei!

 

 

 

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CERCARE, A VOLTE, GIOVA

 

 

 
 
 
 
 

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