THE GREAT RESET (L’Azzeramento Totale)

 

Le arcinote "rane di Chomsky" - Schizzo originale di Silva Cattarin

Le arcinote “rane di Chomsky” – Schizzo originale di Silva Cattarin

 

A Brigida

 

Noam aveva ragione,
lui, Grande Profeta!
Ai popoli viene mentito,
spudoratamente, e poi
quei popoli stavano
troppo bene, immersi
in acque balsamiche,
tiepide o appena calde
come un abbraccio.
Ma era un amplesso
di mantide femmina,
che ora, vorace divora
le rane, precotte a puntino,
ignare di tutto e perfino
felici davvero di essere tali;
mentre pasciuti, cinici,
incompetenti, venduti,
indifferenti e dannati
politicanti giocano ancora
ad insulsi giochini a colori,
con pedine che siamo noi
tutti, in questo immenso,
nuovissimo lager globale,
immersi nel brodo di Chomsky!

 

 

AUDIO * FILE * AUDIO PoetaMatusèl legge THE GREAT RESET (L’Azzeramento Totale)

 
 
 

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!!   :O)

 

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POCHE POVERE POESIE (PER UNA PRESUNTA PANDEMIA)

 

Cavalli nel bosco - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Cavalli nel bosco – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

17 GENNAIO 2021,
DOMENICA DI COVID

Ti fai quasi violenza, per uscire,
prendere aria, fare quattro passi
(così ti prometti), ma poi magari
saranno quaranta. O quattromila.
Trovi nel bosco due donne a cavallo,
stesso posto, le stesse di giovedì sera.
Poi, La-Più-Bella cammina che quasi
non sembra toccare il sentiero,
accanto a quel campo di non sai
che cosa, ma forse parente (dice
la donna col cane) del ravizzone.
Triste è trovare, nel fitto più fitto
del bosco, che qualcuno, arrivato
fin qui, ha lasciato il suo segno.
Magari fosse soltanto una merda!
E un cane ti segue, vorresti pisciare;
un fischio, una voce, e lui sparisce.
Ora puoi irrorare quei mori dormienti.
E il sole che indugia, che sembra non
voglia cadere, stasera, tardare per te.
Stupisci, sorpreso gioisci quest’oggi
che ancora la gente, almeno qualcuno
(ma no, più di uno, sono in tanti!) chi
saluta e sorride, chi ti parla perfino.
Di cose normali: del tempo, del campo,
betulle cadute, di timidi segni, i primi,
di primavera, forse precoce quest’anno.
Ci vuole ben altro che un virus, mi pare,
per annientare spiriti che non fossero già
compromessi, del tutto spenti, da prima …

 

LA COLLINA DEI CONIGLI

Non ne vedo uno, oggi, ma è forse
troppo presto, o forse i residenti
hanno sentito il nibbio: meglio
stare lontani da quegli artigli
abili, assassini spietati e rapidi.
Mi butta giù dal colle il vento,
gelido, regalo di strano marzo.
Dove finisce il bosco di betulle
e iniziano, da una parte i vasti
campi, dall’altra la brughiera,
rompe il silenzio, solo di tanto
in tanto, cornacchia solitaria.

Poi sento solo il vento: leggero,
qui, sussurra tra gli alti pini e
le cocciute foglie, da lungo tempo
morte, che però ancora reggono
sul filo spinato di dormienti mori.
Nella brughiera incontro, caso
strano, una sparuta allodola, che
ai miei passi spicca veloce il
volo e subito è su alta, ormai
quasi invisibile; indifferente,
sembra, al sole, latitante oggi;
alle pandemie e progetti folli
di mutare tutto questo in un
campo da gioco per stupidi,
arroganti, obesi milionari.

Ritorno dentro il bosco e
sul limitare ascolto il picchio,
cinciallegre, merli, cardellini,
rampichini comuni e cince more.
“Ma vai a camminare per ore ed
ore, tutto solo?” -“Ti pare che io
davvero fossi solo? Prova un po’
a rileggere cosa ho scritto sopra!”

 

THE GREAT RESET
(L’Azzeramento Totale)

Noam aveva ragione,
lui, Grande Profeta!
Ai popoli viene mentito,
spudoratamente, e poi
quei popoli stavano
troppo bene, immersi
in acque balsamiche,
tiepide o appena calde
come un abbraccio.
Ma era un amplesso
di mantide femmina,
che ora, vorace divora
le rane, precotte a puntino,
ignare di tutto e perfino
felici davvero di essere tali;
mentre pasciuti, cinici,
incompetenti, venduti,
indifferenti e dannati
politicanti giocano ancora
ad insulsi giochini a colori,
con pedine che siamo noi
tutti, in questo immenso,
nuovissimo lager globale,
immersi nel brodo di Chomsky!

 

TRISTE FAVOLETTA ASSAI SINISTRA
(Limerick per i tempi folli del Covid)

La strega malefica, che solo sembra gentile,
offre, tutta sorridente, ai pecoroni dell’ovile,
magnifiche mele, rosse, gialle e succose,
che a tutti doneranno cure assai miracolose!
Accetta dunque grato il gregge, muto e servile.

 

LA NUOVA GUERRA TRA I POVERI
Ovvero: Quando il malevolo si mostra
benevolo e (quasi) tutti gli credono

Vi è in circolazione un virus pernicioso
che non è quello su cui pontificano tutti,
non è quello di cui troppi sono ormai
terrorizzati, ma proprio da schiattarne.
Si chiama invece Sospetto, Diffidenza,
Malafede, Cattiveria, Egocentrismo: sì,
di nomi ne avrebbe davvero in quantità!
I suoi sintomi sono sempre assai palesi,
tra i quali anche far sì che il fraterno amico,
o il gentilissimo vicino di casa da una vita
diventi all’improvviso (per grande maleficio
di stregoni remoti ma non troppo ignoti),
soltanto perché usa il proprio di cervello,
rifiutando un cocktail misterioso, del tutto
degno delle simpatiche streghe di Macbeth,
diventi lui il temibilissimo nemico contro cui
scagliarsi, ad ogni opportunità che si presenti,
credendo invece ad ogni favola dei fattucchieri
e, anzi, difendendoli perfino a spada tratta,
quasi fossero loro i nostri promessi messìa!!

 

RILUTTANTE RIENTRO AL CAMPO BASE

Oggi mi salutano, chiassose,
le mie gazze: Ben torni omai,
sembrano volermi gridare!
E i miei rondoni, gioiosi,
rattoppano sparse nuvole
che il vento ha appena strapazzate.
Mi fa festa, nella sua carrozzina,
il vecchio Günther e i miei gerani
sono sopravissuti alla siccità.
Nemmeno i passeri mi hanno
ancora abbandonato, benché
siano tutte esaurite le scorte
del mio ristorante aviario.
Fuori, scorazzano su monopattini
elettrici i nuovi zombie di questa
tragica era post-post-moderna,
loro che tra non molto saranno
del tutto incapaci, oltre di pensare,
anche di camminare, però convinti
di salvare in questo modo il Pianeta,
mentre invece estinguono soltanto
se stessi, la propria anima umana.
L’ascensore grande è di nuovo rotto
e qualche pazzo ha di nuovo sputato
su tutta la pulsantiera di quell’altro.
Ora è proibito tenere la bici in corridoio
e mi hanno perfino aumentato l’affitto.
Di nuovo da solo, mi trovo a pensare
se è così che davvero voglio vivere
il resto dei miei giorni ormai contati,
in questa ennesima, sia pure accogliente,
nuova patria di adozione recente.

 

INCUBI POST-POSTMODERNI,
MAGARI POSTUMANISTICI

“Ma il vento che fischia negli orecchi
non fa sentire la voce dei pensieri!”
Cosi scriveva allora in Cornovaglia,
patria di pirati e di re Artù, dove
però non “trasecolò nella boscaglia”,
né vide passare “uomini tutti ferro”,
quelli che oggi sogna troppo spesso:
antesignani d’inevitabile apocalisse.
E il rumore che oggi non fa sentire
né i pensieri né la voce del proprio
cuore è il forte frastuono, incessante,
acufene senza rimedio né scampo,
di una dannata diabolica propaganda,
efficace invasivo strumento mediatico
di satanici piani mondialisti miranti
a distruggere l’Essere Umano, per farne
una mera entità tecno-biologica, senza
cervello né anima, da mandare ovunque
si voglia, oppure spegnere a piacimento.
“Ed è subito sera”, come qualcuno scrisse!

 

POVERO POPOLO DI PONGO!

Da sotto un noce più vecchio di me,
ammiro, lontani, i miei cari monti,
mentre il cane riposa nell’ombra.
A guardarli quei monti, potrebbe
sembrare che il mondo sia quello
che è sempre stato, immutato, ma
non è così, purtroppo, oggi non più.
I monti di certo, sono sempre uguali
a se stessi, loro, con qualche frana
magari, piccoli cedimenti sporadici.
Chi è crollato è il popolo italico, che
già fu grande, ombelico del mondo,
culla di civiltà invidiata da tutti,
ma ormai sembra fatto di pongo,
malleabile ad libitum da malefici
artigli di mostri predoni, satanici!
«Les jeux sont faits!» come diceva
a Lugano l’alto, elegante croupier.
«Rien ne va plus!» Ma proprio mai più.

 

POSTOPERATORIO PRENATALIZIO

Claudicante, ti trovi a vagare
per larghi viali deserti, dove
tracce sparute di neve, tenaci,
resistono a un sole svogliato;
come le foglie, ormai assai rare,
di certi alberetti e cespugli.
Tra i rami, qua e là, vociano
in basso, garrule, vere brigate
di passeri, allegre, mentre su,
molto più in alto, petulanti,
schiamazzano forte le gazze
e stonano rauche cornacchie.
Tra poco è Natale – rifletto – ma
Natale, oggi, che cosa vuol dire?
Quale sarebbe la Buona Novella?
Potrebbe bastare la timida gioia
di essere vivo, forse quasi rinato,
insieme al messianico Bimbo.
Sebbene la Morte sarebbe stata
ben poca cosa, purché avesse avuto
i tuoi occhi, come diceva Cesare.

 

FORSE, IN BARBA A TUTTO,
DI NUOVO UNA PRIMAVERA!

Silvia atricapilla (sì, la capinera)
è ritornata anche lei a cantare
nel roveto sulla riva del Piave,
dove le pecore hanno lasciato
tracce del loro vello sull’erba.
Altrove, non bene identificato,
sul tarassaco ormai già fiorito,
un altro uccello ci ha lasciato
le penne, vittima forse di gheppio.
All’imbrunire, stormi sterminati
di gabbiani comuni, già vestiti
in livrea nera dei mesi estivi,
rientrano da lunghe abbuffate
sul greto tutto secco del fiume,
dove trote imprigionate finiscono
boccheggiando in grandi pozze
la loro vita in acque putrefatte,
oppure in campi da poco arati,
dove abbondano menù variegati.
Qualche sparuto rondone ritorna
a ricucire, veloce, nuvole di pioggia;
e le tortore temono il rapace, che
giorni addietro rapì una parente.
Il merlo, che ha la prole nell’alloro,
grida l’allarme al subito avvicinarsi
del mio cane, del tutto inconsapevole.
Mi sorprendo, perché ritorno a sognare!

 

SVEZZATO DAI VIRUS

Dopo la pioggia, la Luna
ritorna a parlare: ripete
le storie di sempre, che
già da bambino sentivo,
quando, ad ali aperte,
ancora sognavo, ingenuo,
innocente, ma vispo
uccelletto caduto dal nido.

Intanto, dannati idolatri
di sieri spacciati per dei
narrano ben altre storie,
favole belle – no, brutte! –
di mondi “migliori”, dove
l’umano sarà bestia più
bestia di tutte, spogliato
nudo di spirito ed anima,
con cervello da tempo
ormai riprogrammato.

Ingenuo di nuovo io,
illuso magari, sognante,
eretico, sì, miscredente,
controcorrente, pagano
senza speranza alcuna,
adoro di nuovo … la Luna!

 

IL BALLO IN MASCHERA
(SOTTO LE FRONDE DEI SALICI)

“E come potevamo noi cantare …”
Così scriveva allora Salvatore,
ma oggi non è cambiato nulla,
poiché al timone rimane sempre
quello: il bieco, bécero invasore!
Che ancora cerca di convincerci
che solo la rovina è il nostro bene
e che bisogna punturarsi senza
tregua, per continuare a danzare
mascherati questa folle danza,
su passi molto ben coreografati
da pazzi criminali non eletti,
che vogliono trasformarci tutti
in meri fantocci senza spirito,
solo pupazzi, burattini, o pupi
siciliani, da poter manovrare
poi a piacimento, all’infinito.
Per mantenere alta la tensione,
elicotteri e cacciabombardieri
insistono a dilaniarci i cieli,
confondendo capinere e codirossi.
Ma esistono e resistono ancora,
in mezzo al gregge sottomesso,
poche pecore nere e rivoltose,
pronte a sfidare i feroci cani
dei padroni, più che pastori,
macellai, disposti ad immolare
interi popoli su altari di nuovi,
ben saputi e assai dannati dei!

 

PERSO TRA USIGNOLI E CAPINERE
Alla Piave e un’Amante

Mentre attende la pioggia promessa,
il boschetto cinguetta e gorgheggia,
questa macchia precaria che il fiume,
inesorabile, un giorno si porterà via;
questo nostro, grande, storico fiume
di battaglie spietate, di dolci leggende,
che i fascisti già vollero maschio, ma
che sempre fu madre o sorella, mai
padre, fratello o padrone, né amico.
Così nel suo letto incontro la tenera
amante, il mio Grande Amore di sempre:
amore forse incestuoso questo nostro,
perché lei è la Madre di tutte le Madri,
colei che mai ti tradisce, né delude, né
promette per non mantenere, né mente!
Con o senza vaccini, ti accoglie sempre,
come un cane ti accetta semplicemente
per quello che sei, chiunque tu possa
essere, o perfino solo far finta di essere.
Generosa, ti abbraccia, ristora e rincuora,
ti rigenera, carica, energizza, elettrizza;
ma poi anche ti calma, accarezza, rilassa,
ti abbraccia e ti bacia, ti coccola; insomma,
è un’amante perfetta, senza un confronto,
e sempre sarà la mia amica migliore:
Natura!

 

Cane al tramonto - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Cane al tramonto – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 
 
 

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LE MUSE SVEGLIANO TROPPO PRESTO!

 

Qualche sparuta tortora - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Qualche sparuta tortora – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Martina

 

Il nibbio ancora non si fa vivo, né
i rondoni pazzerelli, che zigzagando
trafiggono questo mio stanco cuore,
strapazzandolo come le mie uova al
pomodoro che Tu apprezzasti, tra un
“no”, un “ma” e un sorriso assai dolce.
Stamani solo aeroplani, che cupe nubi
mi nascondono ma non all’udito, e poi
quelle pettegole, rauche cornacchie, e
i miei passeri che vivono nei fori della
muratura e qualche sparuta tortora;
nonché, tra i due tappeti di grano, un
cane, che porta a spasso il suo padrone.
Ma in compenso ci sei Tu, eccome ci sei,
Tu che piacevolmente mi scombussoli
un’esistenza un po’ troppo ordinata,
Tu che porti una raffica d’aria fresca
a spazzare via le ragnatele dalla mente!
Tu, di cui molto presto dovrò purtroppo
imparare nuovamente a fare a meno…

 

 

Tappeti di grano - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Tappeti di grano – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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LE MUSE SVEGLIANO TROPPO PRESTO!

 
 
 

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ALL’ ALBA ABBONDANO PENSIERI

 

Prato che attende la rugiada - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Prato che attende la rugiada – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

A Martina

 

Alle 4 e 44, il sole mi sveglia di botto,
sebbene lui stesso non proprio sveglio
del tutto; e cornacchie non gridano,
sotto le nubi, ma volano placide;
e ancora i rondoni non tessono
trame impazzite nei cieli e tuttora
tacciono i garruli passeri, ancora
invisibili. Manca ormai poco, e
trepido attendo quel treno che presto
ti porta da me. Ti attendo come…
un bimbo il Natale, il prato la tenue
rugiada, la madre che in grembo
si porta un bambino. Eppure Tu sei,
nel pensiero, arrivata da giorni,
perché, come dici, il pensiero viaggia.
Però tutto ciò sarebbe quasi un’esagerazione:
perché Tu né mia donna, né figlia, né amante
sei! Ma forse già Amica – sebbene ante litteram.

 

 

Ragazza in attesa - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

Ragazza in attesa – Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

 

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ALL’ALBA ABBONDANO PENSIERI

 
 
 

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Tutti i Libri di PoetaMatusèl!

 

* NOVITÀ LUGLIO 2021 *

Care Amiche & cari Amici,
spero di rivedervi numerosi
a Belluno, finalmente, ora che
hanno riaperto la gabbia!!
E prima che la richiudano
nuovamente… Vi presenterò
il secondo volume della mia
storia, sicuro che vi piacerà
almeno quanto il primo,
forse anche di più!

Il Vostro PoetaMatusèl
(alias Guido)

 

Basta cliccare
su questo link,
per trovare subito
SOGNAVA CORINNA!

 

 

PoetaMatusèl
potete contattarlo
via email:

poetamatusel@gmail.com

 

RECENSIONI
[Di questo libro hanno scritto…]

Libro da leggere per comprendere le cose che veramente contano nella vita – Autobiografia intensa, vera, ricca di eventi, dove non mancano i colpi di scena e i momenti commoventi. Insomma un calderone pieno zeppo di personaggi interessanti, in primis ovviamente l’autore, alcuni dei quali con tratteggiature quasi mitiche! Attendiamo con ansia il sequel! (Matteo Corallo, Berlino)

Avvincente, mai scontato, sempre una sorpresa. – Finita oggi la lettura del tuo libro, ho seguito le tue indicazioni di non leggerlo tutto d’un fiato. Avvincente in quanto, sin dall’inizio, a causa della tua situazione non proprio “normale”, per usare un eufemismo, si capisce che il “colpo di scena” è sempre dietro l’angolo, vista anche la risolutezza che hai nel cambiare la tua vita, quando questa non ti comoda più. Le pagine in cui parli dei ricordi del paesello natio o in quello in cui hai trascorso la tua giovinezza e degli amici che lì avevi e di ciò che facevate hanno riportato pure me al passato. (Fabcato, Montebelluna, Treviso)

Un libro dove ritroverai pezzi di te – Una lettura molto piacevole, scorrevole, sembra di vedere un film, immaginando tutte le scene che tu hai descritto così bene. Bellissime le foto, complimenti, messe al punto giusto danno ancora di più l’idea di formarti questo film mentale. Mi è piaciuta la prefazione: così hai fatto centro nel coinvolgere il lettore, perché ognuno di noi si ritroverà in un pezzetto della tua storia. (Rebecca Pra Mio, Val di Zoldo, Belluno)

Un racconto intenso! Finito!!! Proprio d’un fiato! – Sono stata letteralmente trasportata dal tuo racconto. Ti ho ascoltato. Conoscendo i luoghi, ogni tanto mi sono fermata e ad occhi chiusi ho visto un film. Ho potuto immaginare visi, gesti, emozioni. Un vita così va raccontata. Spero tu stia già lavorando al prossimo libro! Ho seguito il suggerimento nella premessa e ho “ascoltato” l’autore. Sono stata letteralmente trasportata dal suo racconto. Attendo di poter leggere il seguito di questo viaggio! (Michela B., Belluno)

Ricami del tempo sulle pagine – Il mio caro amico Guido PoetaMatusèl ha scritto questo “Sognava Corinna” precisando che, nonostante lui sia poeta, il libro sia in prosa. No, non è così. La poesia del passato, dei ricordi in bianco e nero o, al massimo, in color seppia, pervadono le pagine con un senso di tenera e dolente nostalgia, come una lacrima sospesa sulla guancia d’un bambino. Bello, da respirarne la dolcezza e il profumo. (Patrizia A., Roma)

Buon libro, scritto bene, scorrevole e mai palloso, nonostante sia una autobiografia che, tra le altre cose, ben conoscevo. È uno spaccato geografico e culturale di una Europa e di un’epoca conclusa. Ben dosati i rimandi letterari citati. Buona l’idea del lettore che ascolta, invece di leggere. Mi ricorda certe serate, seduti dentro freddi tuboni di cemento. La poesia è sicuramente più metafisica, ma il racconto vince sempre. Bel lavoro! (Franco M., Ravenna)

Molto bello, scorrevole, si legge davvero molto volentieri. Per di più, si rimane coinvolti da questa storia. Si riesce ad immaginare i posti, perciò si è molto presi e avrei potuto continuare ancora un bel po’. Mi sarebbe piaciuto leggere ancora di più! (Anna Maria M., Sanremo)

Perfect!!! Beautiful beautiful beautiful!!! For a moment, when you talk about your mum, a little sad… Scorrevole, interessante, molto piacevole la lettura… ti viene voglia di saperne di più… mi piace. I think you need to write more books to talk about your life. (Lia Z., Brighton, Regno Unito)

Bene, concluso. Si legge d’un fiato. Buon ritmo di narrazione, che cala un poco un paio di volte quando parli di ricordi generici: la gente vuole arrosto, fatti. Bene anche il linguaggio, soffuso di gentile humour. Gradevolissimo insomma. Che dirti oltre a BRAVO e COMPLIMENTONI? (Antonella G., Meda, MB)

Bello, bello, scorrevole, mi piace. Lo leggi velocemente e ti incuriosisce. (Silva C., Treviso)

 

Quattro dei miei cinque libri
di POESIA sono invece
già disponibili
da AMAZON!

 

 

Copyright © 2019-2021 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy / Berlin, Germany. All rights reserved.

 

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