DAL BORDO DELL’ ABISSO

 

 

Dedicata a Michele,
che con grande coraggio
ha deciso di andarsene

 

Mi muovo ogni giorno sul bordo
di un baratro scuro e profondo,
istigato da orde di vecchi fantasmi
a saltare, a gettarmici dentro.
A convincermi a fare quei due
salvifici passi indietro, ogni volta,
è lo stesso sorriso, che amorevole
mi rimprovera, eppure mi sprona
ancora a ridare battaglia contro mille
mulini più veri di tutti i romanzi.
Allora ti desti, Chisciotte, da sogni
chimerici, ritorna la grinta di sempre,
ritorna il coraggio, la voglia forte
di riprenderti in mano la Vita: un
atto dovuto a tutti coloro che credono
in te; un atto dovuto a chi, senza scelta,
oppure avendo deciso con lucidità,
oggi non può fare altro che… morire!

 

 

 

 

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DAL BORDO DELL’ABISSO

 
 
 
 

  

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!!   :O)

 

Copyright © 2017 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

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AUTUNNALE FARNETICARE

 

… E ripasso sul Piave
e penso ad acque diverse,
che potresti anche essere Tu,
ma saresti un’acqua
purificatrice, come quei sacri
fiumi dell’Hindustàn.
Allora, potrei forse
anch’io sublimarmi, come
un saggio aborigeno in tempi
non tanto lontani.

Fuggono, sulla sinistra,
ulivi a famiglie e cipressi
stipati; e nei prati di certo
futuri ma ignoti raccolti,
che sembrano foglie di pioppo,
però troppo bassi.
E il cuore, che incerto rimane:
se andare o restare.

E passo sui campi arati
di fresco, già pronti
per dare un bel pasto
ai chiassosi gabbiani;
e case che un tempo
sentivano grida di bimbi
e panciute massaie con
piccole mani sui fianchi.

E passo vigneti ormai
depredati dei grappoli,
dall’uomo o meccanici
ordigni o da grandine;
e trovo gli aironi sui
soliti fossi di sempre
e garzette, snelle scolte
vestite di bianco.

È quasi il tramonto
di un giorno sprecato
da politici infami, famelici,
che ci spingono inesorabilmente
dentro il malefico baratro,
mentre il mais ormai alto
racconta storie
di quando, bambini, felice
lui ci nascondeva.

In testa ai filari di viti,
i roseti guardiani
non serve ormai più
che si immolino;
ma resisti Tu, intanto,
mia rosa di ottobre,
forse presto ce ne andremo
via insieme!

Ora penso a come
anche Tu mi sei giunta
addosso di colpo, come
un mare in tempesta,
e io – naufrago recidivo –
mi sono goduto dolce-folle
pensiero di stare,
dopo il naufragio,
da solo con te sopra un’isola
che noi, entrambi,
fin da quando bambini,
sappiamo non c’è …

 
 

 
 

PoetaMatusèl legge
AUTUNNALE FARNETICARE

 
 

 

Da “I Versi dell’Airone”
di Guido Comin PoetaMatusèl
© 2014 Albalibri Editore

 

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UN NATALE SENZA I FIOCCHI

 

 

(Ovvero: Pensieri da un divano d’inverno)

 

È una notte che piove in pianura
e un Natale da dimenticare.
L’acqua ingrossa di nuovo la Piave,
fa affogare l’intera campagna.
Guardo travi con occhi curiosi,
come se non le avessi mai viste,
pensando che arriverà il giorno
che non le potrò più contare,
e mi chiedo se ci sarà almeno
un divano o cartone per terra,
quando avremo di certo toccato
quel fatidico fondo del baratro.

 

 

PoetaMatusèl legge
UN NATALE SENZA I FIOCCHI

 

Copyright © 2014 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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