SVEGLIARSI DAVVERO CONTROVOGLIA

 

 

Alle 4 e 30 i merli intentano già un’aubade,
ma io preferirei non destarmi da questo
torpore quasi oppiaceo, indotto, per non
iniziare anche oggi a pensare ad un mondo
che va sempre peggio, dove ancora bambini
possono scegliere tra un morire annegati
oppure di fame; dove dannati nazionalisti
erigono muri e recinti; dove le ruspe fanno
tabula rasa di immani macerie di sogni;
dove ancora piovono bombe, anziché caramelle,
e politici benestanti (guarda caso!) comprano
uteri come io indispensabili mutande nuove …
Preferirei ancora sognare dolci, esotici occhi
che mi attendono all’ombra di freschi palmizi,
in un’oasi provvidenziale, nel mezzo del nulla.
Ma Turdus merula, petulante, insiste e ricorda
che sono io stesso un migrante: urge, pertanto,
ripartire! Non vi è, ormai, altra cosa da fare.

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
SVEGLIARSI DAVVERO CONTROVOGLIA

 
 
 
 

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LA SOLITUDINE DEL PORTIERE DI NOTTE

 

 

Dedicata a Me Stesso

Ore 11 e 10: l’ambulanza imbarca l’anziano signore,
assai preoccupata la moglie. (Sarà mica un infarto?)
Poi, torna il rumeno che parla l’inglese di Londra,
la moglie ha in braccio la bimba che dorme serena.
All’una rientra il vegliardo, più arzillo di prima!
Forse più che la flebo gli ha giovato gustarsi la vista
con forma di bella infermiera, di fresco qualificata.
Alle 2, precisi, i primi helvetici partono. Deo gratias,
si portano via anche il discolo pargolo urlante, anni 5.
Un’ora, una sola, giusto il tempo di iniziare a sognare,
poi ne arriva un altro di discolo pargolo, più grande,
con gli amici chiassosi di sempre; rispetto di nulla.
Risulta che quelli dello Zug (che non è un treno)
partiranno anche loro proprio ora, alle 4 e 40,
non dopo la lauta colazione, come da programma.
Mentre il merlo intona, puntuale, la solita aubade.
Alla quale poi segue il frastuono monotono e cupo
delle tortore, che in alto dai pini decorano macchine.
Inutile e stupido ancora sperare di chiudere occhio.
Alle 5 è giorno ormai fatto e uno spicchio di luna
preannuncia che presto la notte sarà tutta buia.
Le surfinie, che di giorno a bordo piscina ne vedon
di belle e di brutte – con preponderanza di brutte –
dormono ancora, noncuranti del sole che sorge.
Poco dopo le 6 da improbabili, inutili scale discende
un teutonico angelo vero, soltanto bardato da atleta
e tutt’altro che asessuale (Posso aprirle la porta?)
Ora sì che son sveglio e venisse alla mente un’aria
di un’opera a caso, sarebbe quella dalla Turandot.

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
LA SOLITUDINE DEL PORTIERE DI NOTTE

 

 

* YouTube *
Luciano Pavarotti canta “Nessun dorma”

 

 

 
 
 
 

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