CARAMELLE DAL CIELO

 

Tra le foglie del ginkgo le stelle
stanotte in giardino ho trovate,
mentre il cane annusava la terra
e distante un galletto precoce
l’alba ancora lontana fiutava.
Te le porterò magari domani
o in un altro giorno qualunque
– che non sia di domenica –
però senza fretta eccessiva,
come se esse non fossero che
comunissimi dolci dal cielo,
caramelle … brillanti di luce!

 

 

     

Legge PoetaMatusel:   CARAMELLE DAL CIELO

 

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PENSIERI COME FOGLIE CADUCHE PER TERRA

 

Tu sei l’acqua
di monte
cristallina,
che disseta,
che sorride –
ma non bagna.

Sei la volpe,
lampo timido
e fugace,
che scoppia
tra due boschi
una mattina.

Sei l’odore
dei funghi
che non vedo,
su sentieri
che disegna
la mia cagna.

Sei l’arco
– effimero –
che in cielo
emoziona,
ma svanisce
in un baleno.

Sei il vino
di quest’uva
non raccolta,
la promessa
di vendemmie
seducenti.

Sei un fremere
di passeri
fra le canne
autunnali
di questo
dolce colle.

Sei l’attimo
fuggente
che non torna,
lo strale
non trattenuto,
irrefrenabile.

Sei l’orma
inesplicabile
che hai lasciato
nel campo vuoto,
arato ed erpicato,
del mio cuore.

  

   

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GEORGE’S DACHSHUND *** IL BASSOTTO DI GEORGE

 

 

There was a dachshund,

one so long,

it hadn’t any notion

the time it took

to register its tail of its emotion,

and so it was that when its eyes

were filled with gloom and sadness,

its little tail went wagging on

because of previous gladness.

 

 

 

C’era un bel bassotto,

oh, così lungo,

che proprio non sapeva

quanto tempo l’emozione

a giungere alla coda ci metteva

e così, quando il suo sguardo

era pieno di grande tristezza,

la coda ancora menava …

per previa allegrezza!

 

 

 

 

 

 

@UDIO – PoetaPazzo reads / legge:  George’s Dachshund
(English / Italiano) – @udio

 

 

 

 

 

 

 

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METEMPSICOSI

 

A Roxane   (Londra 1989 – Belluno 2005)

 

Ma come riesci a dire

che sono solo un cane?!

 

Non vedi, mi comporto

assai meglio di te!

Non mi lamento

e mi accontento di

una carezza e un pane.

E potrei essere

l’anima di tua madre…

 

Guardami negli occhi

e dimmi se non vedi

che anch’io, sì, anch’io

 

ho un’anima!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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FIGLIO DI UN CANE

 

 

“Non so quante ne ho amate, / non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino / le donne le ho perdute…”

Francesco Guccini

 

Dedicata a me stesso

 

Ho avuto tre madri.
Una alla volta, purtroppo,
a turno, tutte e tre
mi hanno lasciato,
cucciolo in autostrada;

 

da grande, un Chisciotte,
delirante poetucolo
tra i biechi, fumosi
mulini a motore,
mostri ruggenti
assetati di sangue.

 

Eppure resisto, io sì,
sono qua e perfino
il Pizzocco, maledetta
montagna d’infanzia,
è crollato prima di me!

 

Il problema è un altro:
io le adoro, eppure …
le donne le lascio.
O a volte sono loro
che lasciano me –
nuove madri spietate.

 

Ma io ormai le conosco –
le autostrade – e, vecchio
cagnaccio randagio,
un pezzo di pane,
bene o male, lo trovo.
E un caldo giaciglio.

 

Talvolta, perfino carezze!

 

 

 

* LINK * Il testo di Cirano, di Guccini:

 

http://www.canzoni-mp3.net/f/francesco_guccini/canzoni/testo_cirano.htm

 

Da “I Versi dell’Airone”
di Guido Comin PoetaMatusèl
© 2014 Albalibri Editore

 

 

 

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