ORFANO, ANCHE DI CANE ORMAI

 

 

A   Gi

 

Gli storni e le gazze si vedono ovunque,
sugli alberi e tetti di pioggia, incuranti.
Mi fanno pensare a diseredati volatili:
i passeri, ormai spariti, e merli sparuti.
Forse persino per noi, tra pochissimo,
non esisterà più un dove o un perché.

 

La pioggia incessante andrà di nuovo
ad ingrossare la Piave, quasi asciutta,
ma tanto non c’è più un cane con cui
andare sui sassi di quel suo letto vuoto;
né motivo per continuare a torturarci,
ribattendo gli stessi sentieri di ricordi.

 

Ma è ciò che faccio qui, mentre scrivo,
se presto non apro alla nuova stagione.
E forse sei Tu quell’imprescindibile luce,
scintilla che già manca da troppo tempo;
sei Tu quel sogno di cui io avrei bisogno,
ma dovrai rimanere un bel sogno, proibito.

 

 

 

PoetaMatusèl legge
ORFANO, ANCHE DI CANE ORMAI

 
 
 
 

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, scritto qui sotto – o un ‘Mi Piace’ cliccato – non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un GRANDE piacere a me, quando lo leggerò! Grazie.   :O)

 

Copyright © 2016 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

.

5 commenti su “ORFANO, ANCHE DI CANE ORMAI

  1. Iaio 59 ha detto:

    Da grande poeta, quale sei, a menestrello, quale sono. Ringraziandoti per l’emozione che mi hai trasmesso con questi semplici versi…
    QUEI…

    Fòrsi l’è i ensògni pù bèi
    fòrsi l’è pròpio quei
    che i ne slizega da le man
    come scàie de saón.
    Quei che manamàn
    vedon crodar par tèra
    e ruàr ‘nté la paciòca.
    Quei, che pò ne tóca
    resentar ogni nòt
    e dessigual destenderli al sól
    come lise camise
    calzòti fruadi
    linzòi dal fen, entasseladi
    che i sdindóne al vènt
    compagni de giornade
    che no’ vòl morir.
    Barbacàgni par castèi de sabia
    petenadi da ‘n mar spiazzaròl
    che ‘l ne confonde
    ‘ntél ninàrne en nànzi e ‘n dré
    co’ le sò onde…

    QUELLI… – Forse sono i sogni più belli / forse sono proprio quelli / che ci scivolano dalle mani / come scaglie di sapone. / Quelli che talvolta / vediamo cascare per terra / e finire nella melma. / Quelli, che poi dobbiamo / risciacquare ogni notte / e di seguito distenderli al sole / come consunte camice / calzini logorati / teli per il trasporto del fieno, rappezzati / che ondeggino al vento / compagni di giornate / che non vogliono morire. / Contrafforti per castelli / di sabbia, pettinati da un mare birbone / che ci confonde / nel cullarci avanti e indietro / con le sue onde…

    • PoetaMatusèl ha detto:

      Grazie davvero di cuore, caro Iaio, per il costante interesse che dimostri per i miei versi!! Spero che tu riceva i commenti da qui, perché non so dove altro ringraziarti. Sei anche troppo umile, perché è bellissima questa tua poesia in dialetto e non serviva la traduzione: non puoi saperlo, ma io sono stato per due anni a Trento! Povo, per la precisione. Questa mia dimestichezza con il vostro dialetto (più di uno, in realtà) mi permette anche di gustarmi al meglio i versi del nostro amico Diaolin… ;o)

  2. Giorgia ha detto:

    Bellissima!!!! Ognuno di noi, durante gli incontri si libererà del peso della tristezza raccimolata negli anni e volerà via in un sogno liberatorio, come la pioggia, che pulisce dal vecchio e rigenera, riportando alla vita movimentata i corsi d’acqua :)!

    • PoetaMatusèl ha detto:

      Grazie di cuore, Giorgia carissima!! Non credo di poter trovare, per risponderti, parole migliori di queste, di un ben più grande Poeta… ;o)

      “La poesia è la rivelazione di un sentimento
      che il poeta crede che sia personale e interiore,
      che il lettore riconosce come proprio.”

      (Salvatore Quasimodo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.