CON LA CINA VICINA O LONTANA

 

 

Il sole fatica a spuntare, stamani,
io sotto la solita coppia di palme,
due: palma e palmetta, le stesse …
Poi, giornata sprecata a dormire.
…………………………….
Senza gli amici però questa sera
la pizza ha un gusto diverso.
Campane del duomo, invadenti,
rintoccano un’ora che dire non so,
da marcate pendenze improbabili,
ricordando che il tempo non ferma,
anzi, accelera, e che Cina magari
– pur con le borse in declino –
non è poi davvero vicina, ma lo è
invece la fine di un’ennesima fetta di
vita, tormentata, randagia, dannata.
E la torta, sapete, scarseggia oramai,
candele già spente da tempo scordato;
e forse comunque di torte, oramai, ne
ho proverbialmente già piene le palle!

 

 

 

PoetaMatusèl legge
CON LA CINA VICINA O LONTANA

 

 

 
 
 
 

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, scritto qui sotto – o un ‘Mi Piace’ cliccato – non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un GRANDE piacere a me, quando lo leggerò! Grazie.   :O)

 

Copyright © 2015 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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PICCOLO BESTIARIO NATALIZIO

 

 

Il vecchio baio, sudato, trascina
la gente su e giù per la strada,
su un carretto che forse dovrebbe
rappresentare non so che di Natale,
mentre troppe campane ripetono
a stento lo stesso tenue messaggio
e noto che le capannine quest’anno
non sono di legno, ma mero cartone.
C’è ben poca gioia, qua in giro, sulle facce
di gente che ha freddo e che annusa
con apparente sospetto il brulé.
Più in là, bestemmia un omazzo,
che per la coda tira un’inerme vitella,
recalcitrante a fare la parte del bue,
insieme all’asino ormai rassegnato.

Impervie, si salvano solo le capre…

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge:
PICCOLO BESTIARIO NATALIZIO

 

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MALEDETTE, ODIATE CAMPANE, DANNATE CAMPANE!

 

 

Non chiedetemi perché mai le odio
queste dannate, incessanti campane!

 

Non ho ancora del tutto finito di smaltire
il frastuono di quelle dannate campane,
che – bimbo – sentivo ma non capivo
il semplice fatto di mia madre morta.
E le campane sembravano non volere
mai più interrompere il loro abbaiare,
quel loro ululare da voraci avvoltoi!

 

Perciò non chiedetemi perché le odio,
maledette campane, odioso frastuono,
irritante rumore e tirannica voce
di preistoriche, ataviche prediche!

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge
MALEDETTE, ODIATE CAMPANE, DANNATE CAMPANE!

 

* LINK *Clicca qui, per leggere l’unica poesia dedicata a mia madre Corinna, morta a 45 anni nel 1955

 

* LINK *E qui, per leggere un’altra poesia sulle campane …

 

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PER CHI STONA LA CAMPANA

 

“… and therefore never send to know
for whom the bell tolls;  it tolls for thee.”
  *

John Donne

 
 

È morto uno, senti?

Come, un altro, oggi?

No, sempre lo stesso.

Ma già lo sapevamo,

è morto l’altro ieri…

Che noia di campane,

sembrano da morto!

Sono da funerale,

non senti quei rintocchi?

È morto uno, ho detto!!

Ma allora… è morto proprio?

No, Proprio non è morto,

è morto un UOMO, oggi.

 

* …  e perciò non mandare mai a chiedere
per chi suona la campana; essa suona per te.

 

Clicca il link, per vedere la versione video di questa poesia:
http://www.facebook.com/photo.php?v=10150460313362549

 

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