QUANDO IL VENTO DA OVEST PIÙ FORTE…

 

 

Quando il vento da ovest
più forte sui vetri
di una precaria finestra
insistente mi picchia,
mentre giovani idioti
già assai promettenti
terrorizzano fauna e
distruggono flora, con
insulsi terrificanti
inutili assurdi petardi
(magari se li mettessero
su per il culo!) …
rivedo in flashback
i molti episodi salienti
di questa mia vita piena
ed assai variegata,
proprio come quell’infausto
giorno che stavo
quasi per annegare,
in piscina, ma fui salvato
da angeli, muscoli pieni;
poche le immagini allora
(la vita non era iniziata
da vent’anni).
Ora invece la pellicola
è lunga e andrebbe
montata da mani sapienti,
che possano fare
di un film troppo lungo
e noioso un ottimo
cortometraggio che
piaccia a qualcuno,
a me soprattutto,
primo attore e regista
di questa farsa non
sempre soddisfacente.
E mi chiedo, nel chiudere
l’annus horribilis,
quale maschera nuova
mi tocchi indossare,
per piacere e per compiacere,
rinnegando me stesso e mia madre,
per una sopravvivenza
non necessariamente
voluta né desiderata.

 

 

 

 

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QUANDO IL VENTO DA OVEST PIÙ FORTE…

 
 
 

  

Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!!   :O)

 

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ANDARE PER BOSCHI… COL DIAVOLO!

 

 

A mia madre Corinna,
a Diaolin Giuliano Natali
e a tutte le Amiche
e tutti gli Amici
che ho lasciati

 

Nel bosco, i folletti nascondono bacche,
che mani sapienti però colgono e donano.
Quando è stata l’ultima volta che un amico
per voi ha raccolto nel bosco le fragoline?
E qui tutto mi parla di vite passate, lontane,
quando ancora correvo – ginocchia bucate –
tra i colli, ritagli di prato e lontano torrente.
Sì, tutto qui parla di come io sono cresciuto,
quasi figlio adottivo di una natura selvaggia,
che ancora mi porto dentro e ancora mi salva,
quando a volte ci provano a farmi scimmietta
ammaestrata, ma io, maledetti, sono figlio di
Tarzan (capite?): mia madre, ribelle per forza,
contro un mondo che già pretendeva totale
conformità ai suoi dannatissimi canoni, alle
bieche regole assurde, disumane, dettate da chi
nulla sapeva di cosa fosse la Vita vera, umana,
non divina, per modo di dire, cioè proprio di
questa terra e non di pianeti lontani, di favole
che normale bambino, se non già indottrinato,
non accetterebbe, se non come favole, appunto.
Ed ecco che io ci sono, ad ogni costo, perfino
della sua vita, di quella donna caparbia, tenace,
stupenda guerriera che mai volle cedere, mai!
In una specie di limbo, ora, non provo a capire:
mi sento come chi sa bene di entrare in sala
operatoria per un intervento salvavita, benché
il prezzo già chiaro, accertato, sia l’amputazione.
Eppure la Vita continua? The show must go on?
Ma chi lo decide? Nessun parlamento, né dèi
né deésse! Questa la decido io, se alle spalle
mi lascio il meglio di quanto sono io stesso!

 

 

 

 

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ANDARE PER BOSCHI… COL DIAVOLO!

 
 
 

  

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ORA CHE PUOI CAPIRE, TE LO DICO

 

 

A   Giulia

 

Perché sei Tu l’unica donna per la quale
non ho scritto nemmeno un solo verso?
Forse perché temevo di sconvolgerti,
mentre eri ancora davvero così piccola.
Forse perché sei Tu l’unica Donna che
davvero io vorrei, perché sei Tu le tante
donne che da anni cerco e trovo, però
solo a pezzettini, mentre Tu sei tutte
loro messe insieme: dolce figlia mai
avuta; sorella assai desiderata; a volte
come madre, tenera; o amica empatica;
simpatica consorte di lunghe cicalate;
frizzante a volte più di vera amante,
seria, solenne, spensierata, allegra o triste,
ma poi sempre positiva e mi contagi,
mi sproni dolcemente. Non poca cosa,
infine, Tu m’ispiri ancora a vivere!

 

 

 

 

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ORA CHE PUOI CAPIRE, TE LO DICO

 
 


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