SOGNI PIÙ PROIBITI DELLA MELA

 

Occhi-di-bellezza-quasi-esotica

 

A Valentina

 

Valentina, bellezza quasi esotica,
grandi occhi buoni di cerbiatta,
voce squillante, risata canterina.
Vale la pena essere impazienti
che arrivi presto il nuovo lunedì,
per riavere ancora per un’ora
questi tuoi immeritati doni che
regali, ogni momento che ci sei.
Però non appoggiare le tue pesche
così casualmente su quel tavolo:
qualcuno potrebbe fraintendere
o persino, distrattamente, scordare
il tuo motivo vero per tornare qui.
E il suo motivo unico per esserci…
E, ti prego, non farmi l’occhiolino!

 

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PoetaMatusèl legge: SOGNI PIÙ PROIBITI DELLA MELA

 

Copyright © 2013 Guido Comin – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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VIAGGIO AL TERMINE DI TE

 

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Leggo ogni sera Céline* e ti sento
vicina. E non è una questione di
sesso, lo sai bene, si tratta di più,
di più, immensamente di più.

 

Per te e tuo malgrado è cambiata
la Vita da tenebre a splendido giorno.
Potrei ripartirne felice, lasciandola,
sapendo che infine ho amato davvero.

 

Non sarà originale, ma tu certo piaci
come mai prima d’ora altra donna.
Tutto tutto di te fa sognare, attira di te:
dagli occhi di cui ho sbagliato il colore,
alle smorfie di labbra che incantano,
a quei seni scoperti una sera per caso,
alla morbida pelle, che tu dici grassa.

 

Molto più che un amplesso carnale,
conoscenza – se mai fosse – biblica,
è stupendo saperti vicina, vicina davvero,
vicina da dentro, profonda in quest’anima.

 

Forse averti sarebbe un sacrilego gesto,
tu, parte migliore di me, un po’ madre,
un po’ padre, amica, sorella e forse di più.
Desiderio di te si trasforma in saggezza.

 

Io allora ti amo, mi basta, il resto non conta.
Non ti ho né ti avrò, eppure di certo sei mia.
Non è presunzione: nessuno ti avrà mai di più,
solamente perché, Amore Mio inconsapevole,
mai più ti ameranno così, nessuno mai più. Così.

 

Splendido-sole-nel-canale-Foto-Guido-Comin

 

 

* N.d.A. – Céline è Louis-Ferdinand Céline,
nom de plume di Ferdinand Auguste Destouches;
il libro in questione era “Voyage au bout de la nuit”
(Viaggio al termine della notte).

 

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PERSO NEI TUOI VERSI

Questa giornata ha un solo vero senso:
era iniziata come un giorno insulso,
ma il mio cuore, già trepido, sussulta
all’accenno dei tuoi sapidi versi!

Scrivi di un quotidiano che conosco,
che – donna – vedi con occhi diversi;
mi decodifichi arcani segreti e
tergi con diafana mano finestre.

Ti mostri nuda in tutta bellezza
e io scruto dentro i tuoi occhi persi,
ma poi, discreto, distolgo lo sguardo,
riconoscente che tu sia – sorella?

 
 
 
 

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MISTERIOSE ROTAZIONI

 

 

È ritornato il papavero sul fosso,
dove stava ad aprile l’anno scorso;
come la rondine che, anno dopo anno,
ritorna sempre alla stessa cimasa.

 

Nessuna novità nel nuovo inchino
del glicine bianco e di lavanda
– simbolo di gioco e di avventura –
che porta nell’Oriente la mia casa.

 

La cosa nuova è il tuo cappotto rosso,
che un anno fa non c’era, eppure Tu,
discesa di recente da una nube a sera,
sei un déjà vu, etereo, inafferrabile.

 

Insomma, di sicuro ti ho già vista,
desiderabilissima, effimera, allettante,
in un lontano giro precedente
di questa grande giostra della Vita!

 
 

 
 

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* YouTube *

Buddha Bar in “Déjà Vu”:

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