A PASSEGGIO CON IL DOLORE

 

 

Io sì che potrei prenderti per mano
e con passi sommessi accompagnarti
in lunghe passeggiate accanto ai fossi,
dove vivono erbaspada ed aironi,
dove tremende nutrie alacremente
scavano tane in argini del cuore…

Ascoltarti con pazienza per ore,
mentre mi scarichi addosso Dolore,
che io vorrei davvero, in qualche modo,
perlomeno parzialmente lenire.

Ma il tuo dolore, dolce amica mia,
resta spietatamente solo tuo,
sai, anche perché a me basta già il mio,
anzi, direi proprio che basta e avanza!

 

 

Copyright © 2010-2014 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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CHIODO, FORSE COMUNQUE FISSO

 

Silenzio. Ma non è cambiato nulla.

È vero, non ti cerco e non telefono,

ma, tesoro, solo per accontentarti.

Cerco altre donne e scrivo, scrivo

per altre Muse, giovani, assai belle,

però, dentro un anfratto del mio cuore,

non si schioda quella cosa che sei Tu.

Io ballo e mi distraggo, compongo

e canto e viaggio e sto di più col gatto…

Ma tu rimani sempre quel famoso

chiodo fisso che non doveva esserci!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PRIMAVERA A FAGARÈ

 

 

A Silva

 

Ho sentito già un grillo,
il primo, e visto i rondoni
sfrecciare – ghirigori veloci –
dalla vecchia topaia del pazzo,
verso il tiepido azzurro del cielo.

 

E passo sul Piave che esonda
“Fiume sacro alla Patria”
ma sacro che cosa vuol dire? …
Da tempo assai lungo scordati
i mille più mille soldati marciti
in quelle lontane battaglie,
di luoghi ora noti e vicini.

 

 

Pescatori stamani non osano
sfidare la furia del fiume
per qualche sporadica trota,
bella e… di fresco inquinata
da cento veleni proibiti!

 

I pioppi regalano fiocchi
di cotone, che toglie il respiro
e pizzica gli occhi e fa stare,
scomodi, in fasi di apnea.

 

Fiori di pesco

 

E i peschi tramutano il rosa
in giovane verde promessa
e i merli pregustano ormai
i frutti che poi ruberanno,
decorandoli a colpi di becco.

 

La casa – ricordi? – la nostra,
quella rosa, è ormai diroccata,
ma ancora trapuntano il prato
i papaveri, i nostri papaveri,
che un tempo tingevano i fossi.

 

 

E poi ci sei tu, Prima e Vera,
quel sorriso e quei riccioli biondi;
tu, che a volte sei mera zavorra,
a impedire impennate e derive;
e invece altre volte sei mitiche ali,
sui cui posso ancora librarmi
per lunghi, pindarici voli,
o in cerca di icarei, splendidi soli!

 

E quando… riatterro, ogni volta, ci sei!

 

Silva al Carnevale di Venezia - Foto Guido Comin

 
 
 

AUDIO * FILE * AUDIO
PoetaMatusèl legge
PRIMAVERA A FAGARÈ

alla 1.a Fiera dell’Editoria di Poesia
(per piccina che tu sia…)

al Forte Sangallo, Nettuno (RM)
Ottobre 2010

http://www.editoriadipoesianettuno.it/

 

 

 

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AUTUNNO LONTANO DAI MONTI

 

Agli Amici del Coro “Don Claudio”

Borgo Piave, Belluno

 

 

I prati assetati d’argento

trangugiano a fiotti rugiada,

la brezza trasforma le palme

in ruote di vaghi pavoni.

 

Deserta si snoda la strada

tra campi e vitigni in attesa,

di macchine o mani solerti,

che rùbino gli acini d’oro.

 

Vicino l’autunno, lo sento,

promette tramonti e marroni,

e piena di canti la chiesa,

l’odore del mosto nei tini.

 

Trepido, anticipo incontri con

gli amici che dopo le ferie

attendono là nuove storie

portate nel cuore dal vento.

 

 

 

 

 

 

 

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