VERSI SPRECATI SUI PALCHI

 

Volo di falco sul parabrezza - Foto Guido Comin

 

Mi distraggo, pensando alla Musa,
e il falco mi vola troppo basso,
sul parabrezza bagnato di sole.
Gli invidio la sua grandissima
libertà, la sua autonomia, totale.
Poi sparisce in silenzio, veloce,
su questa campagna di metà
dicembre, ormai solo quasi
impercettibilmente incipriata
di neve fresca, pulita, leggera.
E il verso del falco significa
– penso, nell’aria condizionata –
molto di più dei miei versi!

 

Campagna incipriata di neve - Foto Guido Comin

 

  PoetaMatusèl legge:   VERSI SPRECATI SUI PALCHI

 

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COME I PASTORI DI GABRIELE

 

 

“… Je viendrai, ma douce captive,
Mon âme sœur, ma source vive,
Je viendrai boire tes vingt ans …”    *

 

È un autunno strano, questo,
in cui le foglie tardano e non
ancora si arrendono a morire.
Ora anch’io, come le foglie,
rifiuto ormai di arrendermi
e do invece un nuovo morso
di gusto a questa mela che
è la Vita, che il destino ci
regala – immeritevoli – a
noi che non sappiamo mai
morderla a tutto torsolo!
E potrei anche essere io
quello straniero avido,
che vorrebbe ancora bere
quei tuoi vent’anni sapidi,
come hanno fatto altrove
pastori ai fonti alpestri,
nei versi d’altri e ben più
illustri poeti laureati

 

 

*  “… io verrò, mia dolce prigioniera,
mia anima sorella, mia sorgente viva,
io verrò a bere i tuoi vent’anni …”

(‘Le Métèque’ – G. Moustaki, D. Boyer
Rifatta in italiano come ‘Lo straniero’)

 
 

PoetaMatusèl legge   COME I PASTORI DI GABRIELE

 
 

Qui puoi vedere la genesi di questa poesia …

 
 

Georges Moustaki canta “Le Métèque”

 

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DUE CACCIATORI

 

 

Hai la faccia cattiva,
cazzuto cacciatore,
che caghi in mezzo al bosco:
bello sguardo incazzato,
che dice voglio sangue!!

 

Per non essere un ipocrita,
confesso che anch’io
mangio la carne,
ma potrei mai capire
lo sport di uccidere
un indifeso animaletto
per… “divertimento”?

 

Preferisco di gran lunga
lo sport della caccia…
alla Poesia, dove, nei versi,
in mezzo al bosco
anch’io, senza cagare,
piuttosto che uccidere qualcosa,
cerco di farla nascere:

 

idea, sorriso, magari
un sentimento.

 

 

 

 

 PoetaMatusèl legge DUE CACCIATORI

 

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COSTA BEPPE: PRESENTE!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vecchio amico,

eppure a me

noto da poco,

avrei saputo trovarti

anche al buio:

seguendo la voce,

già nota al mio cuore

nei versi.

 

Avrei potuto

per ore ascoltarti

liberare parole nel

sapido buio,

bianche colombe

da gabbie dorate!

 

Ma è meglio lasciare

qualcosa per dopo,

come dire, un dessert?

per la prossima volta,

quando che sia…

 

Assueta vilescunt!

 

 

 

 

 

 

 

 

Il video della poesia lo trovi qui, su Facebook:
http://www.facebook.com/video/video.php?v=10150126692557549

 

Non hai Facebook? No problem, vai su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=yOjUrs27Cfk

 

 

“Assueta vilescunt” = Le cose (troppo) consuete perdono il loro valore.

 

 

 

 

 

 

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