PRIMO GIORNO DI UN LUCIDO AUTUNNO

 

 

A Silva

 

Allungo una mano sopra il letto, però non ti trovo.
Ma, tutto sommato, forse va bene così: è giusto fare
già un poca di pratica fin da adesso, per quando,
tra non molto, tu non ci sarai più, nel letto ogni notte;
né altrove, nei soliti posti, quei nostri luoghi di sempre.
Oppure per quando sarò io quello a non esserci più.
E non perché ci saremo stufati l’uno dell’altra, no, no.
Sarà accaduto soltanto perché noi due ci saremo trovati,
come due orsi bianchi – o polari – su due lastroni di
ghiaccio del pack che si sono spezzati e poi separati,
perché il mondo intero è così che si sta disintegrando,
squagliando in modo lento, ma in compenso inesorabile,
volutamente inevitabile, completamente irreversibile!

 

 

PoetaMatusèl legge
PRIMO GIORNO DI UN LUCIDO AUTUNNO

 

Copyright © 2014 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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(E)MIGRARE

 

Paesaggi che tra poco apparterranno
al passato e questa volta non sarà
un andarsene per partito preso,
ma per non potere più nemmeno
guadagnarsi una misera pagnotta.

 

E il peggio potrebbe anche essere
la pena di non più passare tempo
prezioso con te che resti qui, a
preoccuparti di una mera macchietta
di ruggine sulla carrozzeria; e ancora
riesci a goderti e mangiare di gusto
i ravioli al pomodoro che ho preparato!

 


 

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A LONDRA, TRA CAVOLI E FAVOLE

 

Mio figlio racconta
a suo figlio una storia
che legge, ma il bimbo
saltella e non lo ascolta.
Dovrebbe imparare parole,
ma lui, come il gatto,
preferisce piuttosto giocare.

 

Io penso ai chilometri fatti
a piedi, per questa città
che un tempo era mia,
a musicisti neri, caribici,
ai cavoli che lo stesso figlio
non ha coltivato quest’anno,
a un Earl Grey con due scones,
consumato con stile da Harrods
tutto solo, con te lontana
migliaia di miglia e forse …
verosimilmente, per sempre!

 

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