A M O R E !!!
Cos’altro conta davvero?
Perché di ODIO
non se ne può davvero più!
Arcistufi di tutte quelle
notizie negative,
sempre solo nere,
che ogni giorno
i media ci sputano addosso,
da un mondo che sembra
solo brutto brutto
B R U T T O ?
TuffateVi dunque in un libro
fatto esclusivamente
di dolci parole,
con qualche pizzico
d’ironia;
di tenere parole
edificanti …
di parole d’AMORE,
talvolta gridate,
altre volte
appena sussurrate,
ma sempre
in VERSI!
E ambientate
nello splendido scenario
delle
Dolomiti Bellunesi.
Fantastica corte tra le nuvole – Foto Guido Comin PoetaMatusèl
A Silva
Per certi versi tu sei ormai
come morta, proprio defunta,
eppure ti sento dall’aldilà
e qui, nei miei versi, tu sembri
possibile, vera, vivissima, sì!
Riconto nei miei troppi minuti
di solitudini pallide come lune
lasciate a lungo a sbiadire nel
sole, quel sole cocente che brucia
i colori di tutti i ricordi rimasti …
Riconto, dicevo, cento piccoli
gesti preziosi che – usitati rituali –
avrai ripetuto migliaia di volte,
nel prenderti cura, per anni, di me.
Di me, che non sempre capivo.
Ora so che per ogni bacio scansato,
gesto di affetto mancato, errore
d’interpretazione, minuto distratto,
giorno perduto oppure dimenticato
non potrò più concedermi sconti.
E poi ci sono i tramonti che
non rivedremo più insieme
e i monti che non saliremo,
anche perché, senza quel cane,
non avrebbero un senso reale.
E quei frivoli gracchi, giullari
di quella corte mia tra le nuvole,
mi verrebbero incontro, ma solo
a schernirmi: per avere scordato
(mi cito) “la pietra preziosa che sei”.
Pallore di languida, diafana Luna – Foto Guido Comin PoetaMatusèl
PoetaMatusèl legge
NEGATO PER L’ARITMETICA
Prezioso Visitatore che mi leggi, un breve commento, anche solo un saluto, non ti costa che un piccolissimo sforzo, però farà un enorme piacere a me, quando lo leggerò! Grazie di cuore!! :O)
Ho trascinato queste ossa
per montagne e fabbriche,
cantieri, uffici e scuole;
cucine, hotel, negozi,
parcheggi e ristoranti;
supermercati e parchi,
ospedali, hotel, macelli.
Le rotte di un randagio
sono imprevedibili e
decise dal caso, oppure
seguendo il proprio naso.
E un bel dì ti sei scordato
da che inferno sei partito!
Se io ti dono soltanto parole
per tutto ciò che fai per questo vecchio
cuore, che non osava più volare,
non è uno scambio equo e solidale,
però i poeti questo sanno fare.
Amplificano le piccole cose,
ogni tenue evento si fa magia,
di case di talpa fanno montagne …
E sprecano troppo tempo a sognare!
“E l’occhio, quello buono, quasi asciutto …” (PoetaMatusèl)
A Desara, una Musa
I miei monti, lontani,
già bianchi di neve,
(non candida, come
sei tu, neve inquinata!)
mi dicono: “Sveglia,
lascia stare le ragazze
troppo giovani e belle!
Fanno sognare, è vero,
e tu prendi a poetare,
ma sono troppo lontane,
per te, parenti di stelle!”
Potrebbero avere ragione,
dire il vero, le cime compagne
di sogni lontani, le cime
paesaggio d’infanzia, sorelle …
E poi, ci sei tu, che dici che
ci caschi sempre, ma so non
potresti cascarci per me.
E poi, in una sera di
bruma marina che
ovatta i rumori di
passi e di fiacca risacca,
in una sera così, come
diresti a tuo padre
che un vecchio imbecille
ha perso la testa per te?
Per dimenticarti in
massima economia
di inutili lacrime,
suonerò con armoniche
e flauti e – a Natale –
le mie ciaramelle!