VOLPE DAGLI OCCHI VERDI

 

 

Sotto la montagna
e sopra il cimitero
ho scoperto per caso
un piccolo sentiero
(poco più di una traccia)
che porta ad alveari
fra betulle a due e tre,
e voci di cani da caccia,
e poi a una fontana
e un’altra ancora:
due microtempeste
in minuscoli mari.

Da qui la tua tana
non vedo più oramai,
volpacchiotta selvatica,
ma in compenso vedo te –
chiarissima e stupenda,
lunare ma mai lunatica –
ovunque volga gli occhi
tu ci sei, tra gli alberi
e cespugli spogli di questa
nostra nuova leggenda.

E poi quell’altro incendio,
di tramonto glorioso,
che nulla può ripagare;
come il pianto di un bimbo
a cui era fuggito il pallone
tra le case; come impagabile
è un vecchio bosco odoroso;
come davvero insostituibile
sei Tu – con occhi azzurri
o verdi, cosa importa?

 

Accenno di sentiero - Foto Guido Comin PoetaMatusèl

 

  PoetaMatusèl legge VOLPE DAGLI OCCHI VERDI

 

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ACQUA, LA TUA VOCE

 

Una delle poche fontane di paese sopravvissute

 

La tua voce è pioggerella in primavera,
tenera e fresca, discreta e silenziosa,
leggera e delicata, che sorprende
tutti i miei sensi in una dolce sera,
sulla strada ghiaiata che attraversa
il buio bosco di promessi bucaneve.

La tua voce è una fontana di paese,
esile e forte, tranquilla ma elegante,
armoniosa e così puramente bella,
come le madonne delle chiese.

La tua voce è come un’acqua benedetta,
da trattare con rispetto e grande fede –
bastano poche gocce a fare bene,
a spegnere nel profondo questa sete,

ad appagare l’appetito di quest’anima!

 

 

 

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