ATTESI CATACLISMI E MANI PIETOSE

 

 

Venne una man dal cielo,
E in più spirabil aere
Pietosa il trasportò;

– Alessandro Manzoni

A Laura

 

Guarda, il Piave quest’oggi è di nuovo
color caffelatte, con tocco di muffa,
e quest’autostrada, che porta di corsa
verso radiografie del torace, urgenti,
ormai la conosco davvero a memoria!

Sai, amavo guidare, ma ora è una noia
percorrere tanti chilometri senza capire
bene dove sto andando… o dove dovrei.
Mai mai come ora mi ero sentito, mai,
come se la vita più non mi appartenesse;
mai prima d’oggi avevo mai percepito
sensazioni di deriva, abbandono, apatia.

Eppure è già maggio: acacia e sambuco
– li vedi? – presenti all’appello, ma vorrei
solo mancare io stesso all’appello, tra poco.
Più brava, la Terra anche quest’anno rinasce
e avrei anch’io tanto bisogno di rinascita,
ma forse, per rinascere, prima bisogna morire?

Improbabile giglio, tutto giallo, tra l’erba spicca;
e vigneti a perdita d’occhio, ormai già vestiti
di uniformi livree di un bel tenero verde, gioioso.
Lentissimo traffico dà spazio alla meditazione,
mentre tituba l’ennesimo scroscio del giorno.

Contadina bestemmia: niente fieno, quest’oggi,
e l’erba tagliata, delusa, rimane distesa sul prato,
in attesa di quel temporale, che arriva tra poco,
tempesta di vita, che anch’io attendo, trepido …

Ma forse sei tu quell’angelo tenero, impavido,
mandato da divinità a me ormai sconosciute,
che mi prende per mano e mi porta alla luce,
in arie più respirabili – fossero anche di esìli!

 

 

 

PoetaMatusèl legge
ATTESI CATACLISMI E MANI PIETOSE

 

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Copyright © 2014 Guido Comin PoetaMatusèl – Belluno, Italy. All rights reserved.

 

 

 

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PICCOLO BESTIARIO NATALIZIO

 

 

Il vecchio baio, sudato, trascina
la gente su e giù per la strada,
su un carretto che forse dovrebbe
rappresentare non so che di Natale,
mentre troppe campane ripetono
a stento lo stesso tenue messaggio
e noto che le capannine quest’anno
non sono di legno, ma mero cartone.
C’è ben poca gioia, qua in giro, sulle facce
di gente che ha freddo e che annusa
con apparente sospetto il brulé.
Più in là, bestemmia un omazzo,
che per la coda tira un’inerme vitella,
recalcitrante a fare la parte del bue,
insieme all’asino ormai rassegnato.

Impervie, si salvano solo le capre…

 

 

 

 

PoetaMatusèl legge:
PICCOLO BESTIARIO NATALIZIO

 

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TUTTI FIGLI DI UN UNICO DIO?

 

 

A tutti i beoni bellunesi
e alle loro belle mogli

 

Nella bettola, solo fumo e bestemmie,
storie d’Africa e forte odore di vino.
‘Non nominare il nome di Dio invano’
è il primo comandamento dimenticato.

 

Eppure ognuno di questi rozzi montanari
ha una donna ancora a casa che lo attende
e a cui lui accenna fra un “porco …” e l’altro.

 

Mi metto nei panni di quella donna,
che forse spera nel non ritorno della bestia,
che se gli gira gliene molla anche un paio.

 

Ma chi può dirlo se davvero sono io,
o sono loro i più vicini a un qualche dio?

 

 

 

 

PoetaMatusel legge
TUTTI FIGLI DI UN UNICO DIO?

 

Copyright © 2012 Guido Comin – Belluno, Italy. All rights reserved.

 
 
 

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